27.2.08

Sogno II

Nel sogno era venuto qui, a casa mia, e stava guardando i miei libri. Si è accorto che avevo letto un libro di cui mi aveva parlato non nell’originale (la sua lingua) ma in una traduzione italiana. Mi ha detto con disdegno, “Mah, sei proprio una provincialotta borghese, te”. Mi sentivo ferita ma allo stesso tempo, sapevo che non era vero.

(Mo’ vi spiego qualche ironia del sogno. Lui non ha neanche un passaporto. Non è mai stato incuriosito dalla mia città o dal mio paese. Pur essendo consumatore bulimico di telefilm in versione originale, non è capace di leggere un libro scritto in qualsiasi lingua straniera—e, peggio, non ambisce poterlo fare. È uno che non voleva che guardassi i suoi libri ed i suoi dischi ma che tiene nel water quantità impressionanti di libri, giocattoli e pupazzi—per le lunghe ore che passa là dentro, che ne sacc’io.)

PS Dicono che non sia possibile, ma sogno in tre lingue. Mi càpita pure nei sogni di sentire squarci di tedesco e di “russo” (che non conosco, però, quindi dev’essere del non-senso).

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