22.8.08

Il dolce tempo perduto

Io ti propongo
il tempo delle ciliegie e delle rose,
il tempo delle carezze seriche.
Lasciamo tempo per la dolcezza delle cose.

E se questo ti tenta,
prendiamo tempo per fare silenzio,
di mescolare i nostri soffi e le nostre lingue.
Prendiamo tempo per le cose d’importanza.

E lasciamoci sconvolgere, trasportare, carezzare
dal tempo perduto.
Restiamo tranquilli, immobili, senza un fremito d’ali,
senza un battito di ciglia.

E in barba all’implacabile,
al baccano del diavolo,
troviamo tempo per l’impossibile,
per l’inaspettato, per l’imprevidibile.

E in barba all’effimero,
alla crudeltà primaria,
al marmo delle nostre tombe,
prendiamo tutto il nostro tempo ad ogni secondo.

E lasciamoci sconvolgere, trasportare, carezzare
dal dolce tempo perduto.
Le nostre vite si allungano e
subito, eccole nelle nostre mani,
tutte vive, tutte calde, tutte nude.

Io ti propongo
di ritrovare il tempo delle rose,
il tempo delle carezze seriche.
Lasciamo tempo alla dolcezza delle cose.

Sì, io ti propongo
di ritrovare il tempo delle rose,
il tempo delle carezze seriche.
Prendiamo tempo per la dolcezza delle cose…

L’ultimo disco di Carlà Brunì, Comme si de rien n’était, è veramente bello, e non capisco perché i cugini d’oltralpe ci si accaniscano. (Antipatia per il nano destroide? Ben inteso, ma non c’entra con la musica. O forse invidia del Piemonte?)

Comica poi l’attribuzione di “You Belong to Me” a Bob Dylan—e Carla dovrebbe smettere di cantare in “inglese”. Ma a parte questo difettuccio, c’è davvero da incantarsi.

Auguro a tutti un fine settimana dolce, serico e sconvolgente (nel senso buono)! *bacione*

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