L’ho sognato. Cioè, ho sognato di scrivergli una cartolina, la stessa, bellissima, che ho spedita ieri a una manciata d’amici del cuore. (È un’espressione che adoperava molto, in italiano: amico del cuore. Ironia della sorte.)
Ma la parte conscia della mia mente ha fatto capolino, facendo valere: Tu non gli manderai più cartoline. Non è innamorato di te; anzi, ti disprezza, ti ha buttata via, te l’ha detto compiaciuto e senza complimenti.
E già prima di svegliarmi sentivo quella vertigine (al cuore e in tutto il mio essere) che non mi abbandona più. Ci ho messo un buon quarto d’ora per poter alzarmi dal letto.
Ma la parte conscia della mia mente ha fatto capolino, facendo valere: Tu non gli manderai più cartoline. Non è innamorato di te; anzi, ti disprezza, ti ha buttata via, te l’ha detto compiaciuto e senza complimenti.
E già prima di svegliarmi sentivo quella vertigine (al cuore e in tutto il mio essere) che non mi abbandona più. Ci ho messo un buon quarto d’ora per poter alzarmi dal letto.
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