30.7.08

I’m so tired of you, America

V’interessa sapere perché m’inc*zzo di fronte all’anglofilia esasperata degli Italiani (e non solo degli Italiani)? Leggete questo articolo.

Dai, guardiamone insieme qualche punto clou:
Disparities in health tend to fall along income lines everywhere: the poor generally get sicker and die sooner than the rich. But in the United States, the gap between the rich and the poor is far wider than in most other developed democracies, and it is getting wider…

…Americans work longer hours than their European counterparts—about 200 more hours per year, on average, than the British, and 400 more hours per year than the Swedes… [T]ime spent at work is time not spent with friends or family, and this has its own implications for health… Letting social capital atrophy means a less cohesive populace that, at the extreme, leaves entire classes of people disadvantaged and excluded. “The big worry,” says Lawrence Katz, “is creating something like a caste society.”

Candidates, naturally, target voters with money because they need funds for their campaigns. And since the poor gravitate toward parties that favor redistribution and the wealthy align themselves with parties that do not, campaign contributions end up benefiting primarily parties and candidates whose platforms do not include redistribution. By the time the election comes around, the only candidates left in the race are those who’ve shaped their platforms to maximize fundraising; poor voters… have already been left out.
Negli USA, quando vai dal dottore, anche dal pronto soccorso, la prima domanda che ti si pone è, “Come paghi?” e non “Dove ti duole?” Sempre più medici non accettano pazienti che paghino con l’assicurazione; quindi, chi non è ricchissimo non può permettersi terapie di punta.

Questo è un paese in cui viaggiare, riconoscere che esistono altri paesi, altri popoli, desta sospetti. In cui Barack Obama, Franklin Delano Roosevelt e Adolf Hitler sarebbero equivalenti.

Scusatemi se non mi va di continuare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao maliarda, l' altro giorno mi sono imbattuto in un lavoro che tratta in profondità uno dei temi a cui accenna l' articolo linkato:

"…Americans work longer hours than their European counterparts..."

Sembra che in molti casi la differenza sia solo formale poichè l' europeo si limita a sostituire i lavori stipendiati con quelli in nero, da un lato, e con quelli di casa, dall' altro. Sì perchè i salari europei sono piuttosto bassi a causa della tassazione (Prescott). A cio' si aggiunge il fatto che le istituzioni europee tendono a scoraggiare, nelle aree svantaggiate, il lavoro di donne e giovani; come se non bastasse si incentiva invece il ritiro dei cinquantenni (Alesina Glaeser).

L' uscita di KRAUTHAMMER, poi, si ricollega ad una lunga tradizione che trova mille parentele tra il pensiero liberal a quello del fascismo italiano. Capirai come si scada facilmente affrontando la questione. Ecco un libro che lessi l' anno scorso. D i parte ma ben documentato.

Vedo che citi un Lawrence Katz timoroso che negli Stati Uniti si crei una "casta". Ma sai qual è il libro che in Italia ha sbancato quest' anno? Eccolo!. Su questo punto la sofferenza non sarà mai esacerbata dall' invidia.

Sulla sanità non so che dirti, certo che sembra strana la migrazione di medici e pazienti verso gli USA (per esempio dal Canada, che ha una sanità quasi-europea). Forse l' articolo di Mankiw sul NYT del novembre scorso ti tirerà un po' su. Saluti.

maliarda ha detto...

Grazie della tua risposta così completa, con tanti collegamenti!

Ci darò un'occhiata sul serio tra qualche giorno. Purtroppo, fino a domenica sono impegnatissima.

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