11.3.08

Una faccia in prestito

Con una faccia imprestata
da un altro, che—se ti fa comodo,
d’altra parte vorresti la tua
da offrire a quel pubblico,
che ti guarda come a Carnevale
si guarda una maschera,
ma intanto sa che tu non sei così.

Perché la faccia che avevi
una volta è rimasta stampata qui,
nei tuoi modi di fare,
nel tuo palpitare e distinguerti,
nella vecchia passione,
nella tentazione di essere.
Non piangere, coglione, ridi e vai…

Grazie, caro e valente Maestro, per questo capolavoro assoluto, per la Sua dolce saggezza. Grazie.

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